Molto spesso c'è carenza d'informazione e per raggiungere questi                obiettivi è necessario che la Lingua dei Segni Italiana sia considerata                come una lingua di valore pari all'italiano.Di fronte alla difficoltà comunicativa che le persone sorde hanno                riscontrato sin dai tempi antichi, essi  hanno  utilizzato una lingua                di segni, con la sua struttura ed identità propria. La LIS è uno                strumento di comunicazione efficace e viste le difficoltà di accesso                alla lingua orale essi hanno  bisogno di interpreti che facciano da                ponte con la comunità udente.Così  , si prospetta una vera integrazione che potenzi la loro  autonomia.La lingua dei segni significa tanto per i sordi, perché forse                è l'unica lingua fluida e naturale che hanno, così come la lingua                orale per noi  udenti.Tradizionalmente la lingua di segni era considerata mimo o pantomima,                ma se così fosse, le persone che non conoscono questa lingua riuscirebbero                a capire senza alcun problema le persone sorde all'interno dei loro                scambi comunicativi. Altro stereotipo molto diffuso è quello di credere che la lingua                di segni abbia un carattere universale, ma non è così, ci sono molte                differenze da un Paese all'altro, anche all'interno di uno stesso                paese è possibile riscontrare alcune differenze. Le diverse lingue                dei segni presentano lessico, morfosintassi e chirologia diverse                l'una dall'altra.
            Così come le persone udenti non si stancano di usare la lingua o                le labbra, le persone sorde non si stancano di parlare con le mani. Così, ad esempio, nello Stato Italiano possiamo parlare di Lingua                dei Segni Italiana (LIS) di un uso maggioritario e Lingua dei Segni                Dialettale di uso solo in sud Italia. Come nella lingua orale ci sono delle strutture e delle regole                grammaticali, anche nella LIS avviene lo stesso e parliamo infatti                di: configurazione o posizione che la mano adotta nella realizzazione                dei segno; luogo dove si realizza il segno; movimento effettuato;                componenti non manuali, come l'espressione facciale o il movimento                delle labbra. Le lingue orali non si possono paragonare alle lingue dei segni,                in quanto non possono essere analizzate nella stessa maniera due                lingue che hanno un metodo di espressione e comprensione talmente                diversi. Nelle lingue dei segni sono importanti i messaggi visivi, gestuali,                simultanei e spaziali, mentre per le lingue orali sono più importanti                i segnali acustici, vocali, temporali e lineari. D'altra parte le                lingue dei segni non sono qualcosa di fisso e stabile, ma una cosa                che si trasforma nel tempo, dando luogo a nuovi segni per riferirsi                a nuovi concetti. Tanti udenti si domandano perchè non si unificano le diverse lingue                dei segni e se ne crei una universale; questo non è possibile perchè                le lingue dei segni sono idiomi e dipendono dalle culture in cui                si sono sviluppate, hanno acquisito direzioni diverse, pertanto                risulterebbe difficile unificarle. I linguaggi orali tentarono questo                con l'esperanto, ma fino ad oggi non ci sono stati risultati apprezzabili.
giovedì 16 luglio 2009
L.I.S lingua italiana dei segni
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